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Filippo Bubbico*, 03 marzo 2012, ore 11:00

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Domenico Soriero, La strada verso il porto, ed. AltroMondo, 2011. Frammenti della copertina.

Mi è capitato fra le mani, in maniera quasi rocambolesca, un libricino con una curiosa copertina dai colori cupi e scuri (quelli che utilizzavano gli artisti pre-romantici che avevano abbracciato la poetica del "sublime"). Aspettavo pazientemente, seduto nella sala d'attesa dell'aeroporto di Bari, l'arrivo dell'aereo che riportava a casa mia figlia per le vacanze natalizie, quando una sconosciuta ma affascinante signora lasciò repentinamente il suo posto per scomparire fra la moltitudine di persone che stava guadagnando l'uscita. La fretta le fece cadere di mano un piccolo libro che precipitò fino a fermarsi davanti ai miei occhi. Lo raccolsi e cercai di raggiungere l'attraente signora, che, nel frattempo, si era dileguata. Iniziai a girare e rigirare il libricino fra le mani e non mi decidevo ad aprirlo. Qualcosa mi impediva di sfogliarlo e non capivo cosa finché, all'improvviso, quasi come in un sogno, l'immagine di copertina iniziò a colorarsi con i colori del dipinto "Città che sale" (del futurista Umberto Boccioni) fino a trasformarsi nelle ardite e fantastiche prospettive dell'architetto futurista Antonio Sant'Elia. L'immagine visionaria delle architetture di Sant'Elia mi riportò alla realtà e, tornato diligentemente al mio posto, iniziai, finalmente, a sfogliare le pagine, sempre diligentemente, una dopo l'altra ma senza trovare il coraggio di incollare gli occhi sulle parole per iniziare a leggerle. La mente era troppo occupata all'immagine di copertina, era come se fossi finito in un sogno senza aver chiuso gli occhi, senza che mi fossi addormentato.

La curiosità vinse l'oblio e finalmente gli occhi iniziarono a scorrere quasi meccanicamente sulla prima pagina, quella della prefazione che, quasi sempre ignoro, per leggerla quando ho finito di leggere tutto il libro.
L'inizio è autobiografico: l'autore confessa: "Non mi è mai piaciuto essere guida di percorsi. Ognuno ha la sua vita, la sua strada ... preferisco dare uno spunto, ... o magari raccontare una storia". Mi fermo e ripeto a me stesso "o magari raccontare una storia".
Corro subito all'ultima di copertina per informarmi sull'autore. È giovane, piccolo o forse è gia uomo nell'anima e nel cuore. Ha 25 anni, fra un po' sarà medico, e vive nel bergamasco anche se nelle sue vene scorre sangue che sa di terra arsa e bruciata, quella che conoscono bene i nostri agricoltori quando le piogge stentano a cadere. "Madre bergamasca e padre calabrese, la sintesi perfetta dell'Italia unita e solidale nata dal Risorgimento e dalla guerra di Liberazione" penso mentre leggo la breve biografia dell'autore. Riprendo a leggere e, rigo dopo rigo, pagina dopo pagina, resto rapito da una scrittura gradevole, immediata nella comprensione, leggera e piacevole come i capolavori degli acquerellisti inglesi del XVII e XVIII secolo.

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Umberto Boccioni, La città che sale, 1910.

Il racconto si snoda attraverso la descrizione di sogni che si rincorrono nell'assecondare i desideri sopiti e nascosti nei labirinti più profondi della psiche. Quando si sogna può accadere di tutto e tutto può sorprenderci proprio come succede al nostro protagonista: ambiguità e polivalenza iniziali caratterizzano l'atmosfera e, come in un film, fotogramma dopo fotogramma, tutto schiarisce e diventa limpido e terso come in certe giornate primaverili dopo una copiosa pioggia che ripulisce l'aria. La realtà del risveglio, però, è sempre meno felice dei sogni perché riporta alla consapevolezza di se stessi fino a far dire al nostro personaggio: "Preferisco dolore e rabbia che l'orrore dell'apatia. L'indifferenza è ciò che mi spaventa, urla che sono morto".
Il protagonista vive momenti di esaltazione, forse perché si scopre di colpo maturo, in un'atmosfera intrisa di cronache swing e dixieland, accompagnate dalla calda e indimenticabile voce del grande Fred Buscaglione, che ha fatto sognare l'Italia della fine degli anni cinquanta mentre si avviava verso il benessere economico.
I sogni, magistralmente narrati dal giovane scrittore, hanno un filo comune che conduce alla ricerca dell' "io" che è e non di quello che appare, con tutte le incertezze e i turbamenti che accompagnano la consapevolezza di chi si avvia verso la maturità (l'approdo al proprio porto). La scrittura è catartica e lo è ancor più se la si utilizza per raccontarsi e farsi raccontare anche attraverso sogni fatti ad occhi aperti.

Paolo Villaggio, nella sua Storia della libertà di pensiero, conclude con un'amara riflessione: "Purtroppo, è facile prevedere che una nuova terribile, invisibile e subdola forma di dittatura ci riporterà in pochi anni a quella comoda condizione della assoluta mancanza di libertà di pensiero. Forse saremo più felici, ma vivremo incatenati in lunghe file a costruire le nuove piramidi". Fino a quando alle persone sarà concesso di scrivere liberamente e fino a quando ci saranno "narratori di fiabe e racconti", come lo è Domenico Soriero, questo rischio rimarrà relegato nelle preoccupanti riflessioni del bravissimo Paolo Villaggio.
Domenico Soriero ha scritto una magnifica fiaba.

*Architetto, ordinario di Storia dell'Arte presso il Liceo Artistico "C. Levi" e l'Iis "Isabella Morra" di Matera

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Commenti  

Preferisco dolore e rabbia che l'orrore dell'apatia. L'indifferenza è ciò che mi spaventa, urla che sono morto".

Finalmente un pò di pace per poter leggere!!Sarò scontata nel dirti che la frase che mi ha colpito di più è questa, lottare contro l'iapatia dovrebbe essere il primo insegnamento per i nostri alunni e il motore della nostra e della lora vita!
Citazione isabella il 21 Ottobre 2012 alle 23:10
mi è piaciuto tantissimo... complimenti
Citazione benedetta il 03 Ottobre 2012 alle 14:10
Le parole che avete scritto hanno suscitato in me voglia di leggere il libro di cui voi parlate. Incuriosice soprattutto il percorso alla ricerca dell' "io" e il viaggio verso la maturità con tutti i vari ostacoli! Complimenti Prof! Magari domani ci consigliate un'altra vostra recensione!
Citazione Anna il 26 Settembre 2012 alle 16:09
Abbastanza complesso il linguaggio..
Ma che fa molto riflettere a riguardo.
Citazione Valentina il 26 Settembre 2012 alle 15:09
Una recensione che fa riflettere e che porta il lettore a isolarsi da tutto ciò che gli circonda per immedesimarsi e rendere proprio ogni pensiero che viene espresso...Complimenti Professore.
Citazione Naomi il 26 Settembre 2012 alle 14:09
Recensione davvero stupenda prof!
Citazione Monica il 26 Settembre 2012 alle 13:09
Parole davvero belle mi è piaciuta molto la parte del sogno che rispecchia i miei pensieri a riguardo..Complimenti prof
Citazione Annalisa il 25 Settembre 2012 alle 21:09
Delle belle parole che fanno pensare.. Complimenti
Citazione Roberto il 25 Settembre 2012 alle 20:09
Frasi complesse,ma che fanno riflettere.
Complimenti professore.
Citazione Giada il 25 Settembre 2012 alle 16:09
Ho avuto la fortuna di leggere il romanzo scritto da Domenico Soriero. Una prima opera che rivela le sue grandi doti narratorie e poetiche.
Direi che il minimo è supportarlo diventandone fan: www.facebook.com/pages/La-strada-verso-il-porto/197167107031417
Continua così.
Complimenti per la recensione. Intrigante e profonda.
Citazione Luca Pampa Cortinovis il 06 Maggio 2012 alle 12:05
Cavalcando l’onda del web, come sovente mi capita a quest’ora della sera, mi imbatto del tutto fortuitamente in questo "UrL…", interessante.
Non ho letto il libro qui in commento e non conosco l’Autore ma una cosa, più di altre mi colpisce, prima ancora dell’eloquente, affascinante e raffinata descrizione dell’attesa in aeroporto: la continuità generazionale tra il Professore che commenta, quasi facendo propria (ed arricchendo di significati) l’esperienza narrativa dell’Autore (classe 1986) e la consapevolezza del “sé” che, seppur celata, innegabilmente si dipana in ogni pensiero dei DUE, “la terra, gli affetti, il passato” da uno all’altro e vice versa….
Fortuna che la maturità (lato sensu) slitta sempre più in là, a rimorchio di un miraggio futuribile (citazione)….la meta, il fine della riflessione quotidiana, la ricerca dell’uomo.
Leggerò il libro
f.to Lass£nzi0
Citazione Lass3nzi0 il 19 Marzo 2012 alle 22:03
Narrazione essenziale ed evocativa. Racconto "nel" e "del" racconto. A tratti mi è parso di leggere il grande Luis Borges. Mi congratulo con Lei, gentile Filippo. Mi ha incuriosito. Leggerò il libro.
Citazione Viola il 12 Marzo 2012 alle 21:03
Premetto che non ho letto il romanzo però il protagonista ,in qualche modo , mi ricorda un altro personaggio creato dalla mente di Huxley in Brave New World : John the savage che rinuncia alla felicità artificiale e costante derivata dall'assunzione di una droga in cambio di una vita di solitudine e di rinuncia. Ogni individuo è unico e l'unicità è indispensabile alla libertà.
Citazione maria il 07 Marzo 2012 alle 20:03
bellissima recensione!
Citazione francesco il 07 Marzo 2012 alle 14:03
Si evince nelle parole del racconto un sentimento nostalgico, lo stesso sentimento che tutti proviamo, ovvero la convinzione che le epoche passate siano in qualche moto più adeguate, migliori della contemporanea in una visione del tutto idealizzata del passato. Il sogno, la dimensione onirica come via di fuga, all'inettitudine nell'affrontare la vita e all'assopimento della coscienze costituiscono l'unico rifugio possibile.
Complimenti Filippo!
Citazione francesco il 07 Marzo 2012 alle 14:03
Oggi ho provato emozioni dimenticate.
Tre amici fuggono dal caos.
Sovrastati da Dio.
Luci opache illuminano i loro volti.
Preghiere lontane contaminano il silenzio.
La natura li avvolge.
La civiltà ai loro piedi.

E li, in quel tepore d’affetto ti confessi, ti scavi senza timore, piangi e ridi. Ti senti un tutt’uno con loro e il tuo ambiente.

E allora il cuore rallenta il suo galoppo
Il respiro, non più affannoso, si fa profondo
La testa, prima pesante, ora, diviene leggera.
E solo allora, dopo tanto tempo, si ricomincia a respirare.

In quei pochi istanti ti ricarichi, divieni nuovamente la persona che eri e che sei ancora.

È questo che provo ogni volta che sento la tua voce e quella di pochi amici.
Mi getto di testa nel mio mare dove sguazzo nudo e libero, urlo e rido, con la gioia nel cuore, con l’amore nel cuore.”
Citazione Domenico il 07 Marzo 2012 alle 11:03
A riguardo di ciò vorrei condividere con voi una lettera che tempo fa ho scritto ai miei più cari amici:


“Stare lontani tanto tempo da casa ti cambia. Le fondamenta su cui basi la tua vita diventano fragili e sottili. Dimentichi le certezze, divieni una persona debole che si fa comprare facilmente.
Inizi a vivere per vivere non a vivere per un fine.

Facce che vedi ogni giorno sono sempre nuove.
Luoghi che vedi ogni giorno sono sempre nuovi.

Dimentichi le tue origini, dimentichi coloro che ti sorreggono, dimentichi ciò che provi quando sei a casa. Il dolce tepore di qualcuno che ti accudisce e ti culla è solo un vago ricordo, diviene un mito non sai più se è realtà o fantasia.

Ti confesso che per alcune cose odio la nostra terra, ma, in fondo, è il luogo in cui trovano casa sicura le mie origini. Angoli di città che conosco a memoria, ricordi che riemergono guardando una panchina, un portone, un negozio. Tutto questo da senso e forza alla mia Odissea.
E così come un albero sradicato dal suo ambiente e reimpiantato in uno nuovo fatica a trovare un nuovo equilibrio, un uomo combatte e combatte per farsi spazio e determinarsi nella nuova realtà.
Citazione Domenico il 07 Marzo 2012 alle 11:03
Sentire dentro l’attrazione verso la donna dell’aeroporto. Provare l’evanescente inquietudine che suscita il disegno di copertina. Riconoscere che Filippo, leggendo il libro, abbia percorso accanto a me le tappe della mia ascesa mi entusiasma e mi fa sentire meno solo.

Esistono, eccome, sogni irrealizzabili ma certe volte, mi sembra, che, piano piano, stiano rendendo irrealizzabili anche quelli che realizzabili lo sono. La velocità e la competizione sociale allontanano da noi ciò che ci rende individui unici: la nostra terra, i nostri affetti, il nostro passato. Ciò che una persona, naturalmente vuole, si confonde e si intreccia con ciò che vuole e che è meglio per l’io sociale. Terrorizzati del fallimento sopprimiamo ciò che vogliamo e quindi ciò che siamo, viziando irreversibilmente ciò che saremo. Persi, girovaghiamo senza meta, senza un fine. Iniziamo a vivere per il presente, a testa bassa, per cercare di non vedere, che la meta che tanto bramiamo, in realtà, non esiste.

Il libro racconta di un percorso, un viaggio nella mente e nell’inconscio. Cercare di ricostruire se stesso sulle rovine dell’io passato. Credo sia solo dalla ricerca dell’io che ognuno di noi potrà ritrovarsi e soddisfare ciò che sono i suoi veri desideri, coltivare ciò che sono le sue più profonde speranze, tutto questo per raggiungere il proprio “porto”.
Citazione Domenico il 07 Marzo 2012 alle 11:03
Rosaria ha saputo brillantemente sintetizzare i motivi dell'enigma esistenziale che accampagna gli adolescenti quando la consapevolezza mostra che la vita scivola verso la maturità. L'appiattimento su tematiche cotte e ricotte dalle televisioni dei consumi ha massificato anche i desideri più nascosti. Per fortuna gli interventi di Francesca, Margherita, Megi, Dory e Anna Maria dimostrano che è ancora possibile un passo indietro per ritrovare se stessi. Grazie Rosaria per quello che hai scritto.
P. s.: ho rintracciato l'autore del racconto, gli ho inviato una mail su questa mia recensione e mi piacerebbe leggere una sua riflessione su quello che è stato scritto.
Citazione Filippo il 06 Marzo 2012 alle 18:03
"Preferisco dolore e rabbia che l'orrore dell'apatia. L'indifferenza è ciò che mi spaventa, urla che sono morto". Mi ha colpito tanto questa frase che il protagonista del libro dice. Dalla recensione che lei ha scritto mi sembra un libro molto interessante che affronta il problema più diffuso tra tutti noi; la ricerca dell'io,di quello che siamo davvero e di quello che vogliamo diventare. La maturità che arriva inesorabilmente, il ritrovarsi grandi all'improvviso e non sapere come affrontare le situazioni che la vita ti mette davanti.
Citazione Francesca il 06 Marzo 2012 alle 17:03
Massimo Recalcati, Ritratti del desiderio, RaffaelloCortinaEditore.
Citazione Rosaria il 06 Marzo 2012 alle 16:03
Ascolta ,Recalcacati: Ritratti del desiderio...L'Occidente capitalista ha prodotto una nuova forma di schiavitù : l'uomo senza desideri ,condannato a conseguire un godimento schiacciato sul consumo compulsivo e perennemente insoddisfatto. La tesi di L'uomo senza inconscio: nel nostro tempo il desiderio rischia l'estinzione. Ma quando diciamo"desiderio" che genere di esperienza evochiamo?...Adoro Lacan e lo sai. E nei mille volti del desiderio ...la ricerca della Comunità e il legame possibile per non generare solo distruzione. L'amore...e l'amore per il bello: l'arte.
Citazione Rosaria il 06 Marzo 2012 alle 16:03
Errata corrige: Pc con tastiera capricciosa. Possamo,leggi possiamo. E per qualche verso aggiungi visionaria.Commento che ieri ,non sono stata capace di inviare perchè non ho avuto la pazienza di individuare i caratteri per la notifica. Non è facile essere Rosaria.
Citazione Rosaria il 06 Marzo 2012 alle 16:03
Stare al mondo . In altre parole,definire e possedere una condotta umana. Con lo "stare al mondo" si evocano insieme un'identità geografica(il posto che occupiamo nell'esistenza)e un'identità etica(qual èil nostro orizzonte di valori? esiste?come possamo conoscerlo?)...incontrare...Filippo scandaglia affetti, disagi,istanze, passioni ,ci offre delle insolite "carte da viaggio" verso una maggiore consapevolezza di quel che siamo e del mondo in cui viviamo. Legge Domenico. Rinuncia a sopravvivere per riguadagnare un senso di marcia,una direzione, indagando i sogni, i comportamenti fra le pieghe del sociale e del politico con un cristallino nitore di pensiero.L'arte che è verità,la bellezza che salva e riprende coscienza. Consapevolezza che si traduce in una filosofia del tempo presente escursiva, erratica e per qualche verso e ce la consegna. Grazie! Per dirlo, con Pessoa: Basta esistere per essere completo.
Citazione Rosaria il 06 Marzo 2012 alle 16:03
tengo inoltre, a sottolineare, come a volte il destino possa intervenire con tale casualità nella vita di ognuno di noi proprio cosi' com'è successo a lei.
Citazione margherita il 05 Marzo 2012 alle 15:03
Un racconto molto fine,proprio come lei ha definito il libro che ha trovato:"..una scrittura gradevole, immediata nella comprensione, leggera e piacevole come i capolavori degli acquerellisti inglesi...".Una storia interessante di come un evento inatteso possa cambiare il monotono scorrere delle giornate di noi comuni mortali.Purtroppo come ha detto Paolo Villaggio la mancanza di interesse,la troppa indifferenza ci porterà a regredire non solo economicamente ma anche intellettualmente...in un mondo in cui non si comprende l'importanza della libertà,dell'informazione,della cultura stessa,senza le quali non siamo altro che burattini nelle mani dei potenti.Emerge l'importanza del singolo,in quanto le rivoluzioni non sono state fatte dai re,ma dal popolo.In un periodo che ci appare così cupo,così senza speranza,senza un futuro davanti l'unica cosa che ci salverà sono la voglia di sapere e i sogni,l'arte in tutte le sue forme.Complimenti e grazie per aver condiviso questa vicenda e le sensazioni e pensieri che le ha suscitato.
Citazione megi il 05 Marzo 2012 alle 13:03
Uscire da un periodo difficile in cui ci si vede crollare le basi sulle quali si fonda la propria esistenza; ritrovarsi intrappolati in una prigione di apatia perdendosi nei meandri della propria mente.
Onirico e surreale, dalla lettura piacevole, questa recensione mi ha trasportata in un'altra realtà aiutandomi a capire come il nemico da combattere sia dentro ognuno di noi, che forse è possibile rinascere riconoscendo l'amore rinnegato e perduto, perché forse non è mai troppo tardi...!
Citazione margherita il 05 Marzo 2012 alle 13:03
Questa storia mi ha affascinato molto soprattutto la parte del sogno, k viene inteso come desideri sopiti e nascosti nella mente, e un'ardua ricerca dell'"io". La prima parte del racconto e stata molto particolare, e stata come essere trasportati in quell'aereoporto.
Citazione Dory il 05 Marzo 2012 alle 12:03
Una storia che fa riflettere...
Citazione Anna Maria il 05 Marzo 2012 alle 12:03

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