La bellezza degli oggetti dipende dalla loro necessità
La filosofia di vita del mondo contadino è tutta basata sul concetto di riuso. Niente si butta e tutto si riutilizza, e in questo modo la vita delle giovani generazioni è assicurata.
Potrebbe sembrare un concetto costruito esclusivamente sulla materia organico; la stessa filosofia di vita è invece applicabile anche alla costruzione di una macchina agricola.
Nel 1985 Antonio Simmarano, agricoltore diretto di Montescaglioso, per praticare l’agricoltura biologica che gli vietava l’uso diserbanti chimici per combattere le erbe parassite, inventò la macchina adatta allo scopo, mettendo insieme parti meccaniche di altre macchine.
Il patch-work diede origine ad una originale macchina unica nel suo genere, perfettamente funzionante, affascinante per la sincronia delle componenti meccaniche. Un colorato ombrellone e una grossa ventola sul cofano garantivano il giusto refrigerio all’autista e quindi suo completo controllo sulla macchina.
Una straordinaria metafora della vita.
La spandiconcime agganciata posteriormente e opportunamente riempita di grossi tufi controbilancia il peso della parte anteriore dell'aspo e dalla barra falciatrice permettendo di affrantore i dislivelli del terreno
«Come fa la macchina a distinguere la pianta buona da quella cattiva? La pianta cattiva è sempre più alta, fagocita quella buona, le toglie l'aria. Il male è sempre più forte del bene, quindi occorre essere molto svegli. Infatti bisogna cominciare a lavorare con il fresco, molto presto la mattina, con l'avanzare della giornata e della calura estiva con l'ombrellone ripararsi dal sole e con la grossa ventola che azionata spara aria in faccia refrigerarsi, in modo da garantire lucidità e permettere di regolare l'altezza ottimale della barra falciatrice».