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Redazione, 13 febbraio 2011, ore 04:00

Sequenza finale del film City lights (Luci della città) di Charlie Chaplin, 1931. Interpreti: Charlie Chaplin e Virginia Cherrill.

suor Eugenia Bonetti
Il mio grazie a tutto il mondo femminile qui presente per chiedere il rispetto per la dignità della donna.
Io sono suor Eugenia Bonetti, sono una missionaria della Consolata, vissuta in Africa per ventiquattro anni e dal 1993 impegnata in un Centro di Caritas di Torino dove ho conosciuto il mondo della notte e della strada e dove ho incontrato il volto, le storie, le sofferenze, la disperazione e la schiavitù di tante donne portate in Italia con il miraggio di una vita confortevole per trovarsi poi nelle maglie della criminalità organizzata. Dal 2000 lavoro a Roma come responsabile dell'Ufficio Antitratta Donne Minori dell'Unione delle Superiori Maggiori d'Italia per coordinare il servizio di centinaia di religiose che operano sulle strade, nei centri ascolto, nei centri di detenzione e d'espulsione e soprattutto nelle case famiglia per il recupero di tante giovani vite spezzate.

Sono qui a nome di queste suore che ogni giorno operano silenziosamente e gratuitamente con amore, coraggio, determinazione nel vasto mondo dell'emarginazione sociale per ridare vita e speranza. Sono qui per dare voce a chi non ha voce, alle nuove schiave vittime della tratta di esseri umani per sfruttamento lavorativo e sessuale. E sono qui per lanciare un forte appello affinché sia riconosciuta la loro dignità, ripristinata la loro vera immagine di donne, artefici della propria vita e del proprio futuro.
A nome loro e nostro, che ci sentiamo sorelle e madri di queste vittime, diciamo basta! a questo indegno e vergognoso mercato del mondo femminile. Questo grido nasce dalla nostra esperienza concreta, dalla nostra vita vissuta ogni giorno a contatto con tante giovani trafficate e sfruttate dai nostri stessi stili di vita e alle quali sono negati i fondamentali diritti umani.

Purtroppo l'immagine che viene trasmessa in tanti modi e in tante forme dai media, dalle pubblicità e dagli stessi rapporti quotidiani tra uomo e donna è l'immagine del corpo della donna inteso solamente come oggetto o strumento di piacere, di consumo e di guadagno, misconoscendo, invece, l'essenziale che lo stesso corpo umano racchiude: una bellezza infinita e profonda da scoprire, rispettare, apprezzare e valorizzare.
Le costanti notizie di cronaca che in queste ultime settimane si susseguono in modo spudorato sui nostri giornali e nelle trasmissioni televisive e radiofoniche ci sgomentano e ci portano a pensare che siamo ancora molto lontani dal considerare la donna per ciò che veramente è e non semplicemente un oggetto o una merce da usare.

Quale immagine stiamo dando della donna e del suo ruolo nella società e nella famiglia a prescindere dai fatti di cronaca, dalla veridicità o meno di ciò che viene presentato?
In questi ultimi tempi si è cercato di eliminare la prostituzione di strada perché dava fastidio e disturbava i sedicenti benpensanti e abbiamo voluto rinchiuderla in luoghi meno visibili pensando di aver risolto il problema, ma non ci rendiamo conto che una prostituzione del corpo e dell'immagine della donna è diventata ormai parte integrante dei programmi e notizie televisive, della cultura del vivere quotidiano e proposta a tutti, compresi quei bambini che volevamo e pensavamo di tutelare. Tutto questo, purtroppo, educa allo sfruttamento, al sopruso, al piacere, al potere senza alcuna preoccupazione delle dolorose conseguenze sui nostri giovani che vedono modelli da imitare e mete da raggiungere.
La donna è diventata solo una merce che si può comperare, consumare per poi liberarsene come un qualsiasi oggetto usa e getta. Troppo spesso la donna è considerata solo per la bellezza e l'aspetto esterno del suo corpo e non invece per la ricchezza dei suoi valori, valori veri d'intelligenza e di bellezza interiore, per la sua capacità di accoglienza, intuizione, donazione e servizio, per la sua genialità nel trasmettere l'amore, la pace e l'armonia, nonché nel dare e far crescere la vita. Il suo vero successo e il suo avvenire non possono essere basati sul denaro, sulla carriera o sui privilegi dei potenti, ma deve essere fondato sulle sue capacità umane, della sua bellezza interiore e nel suo senso di responsabilità.

Durante questi lunghi anni di impegno e servizio alla donna la nostra rete di suore si è allargata e consolidata non solo in Italia ma anche nei paesi di origine, di transito e di destinazione. Abbiamo creato le basi per un vero lavoro educativo e di informazione, prevenzione e reintegrazione come pure di condanna per quanti in modi diversi usano e abusano del corpo della donna la cui dignità non può essere mercanteggiata e pagata perché è un dono sacro da rispettare e da custodire.
Non possiamo più rimanere indifferenti di fronte a quanto accade oggi in Italia nei confronti del mondo femminile. Siamo tutti responsabili del disagio umano e sociale che lacera il paese.  venuto il momento in cui ciascuno deve fare la sua parte e assumersi le proprie responsabilità.

Per questo, come religiose, che io qui rappresento, rivolgiamo un forte appello alle autorità civili e religiose, al mondo maschile e maschilista che non si mette in discussione, alle agenzie di informazione e formazione, alla scuola, alle parrocchie, ai gruppi giovanili, alle famiglie e, in modo particolare, alle donne affinché insieme possiamo riappropriarci di quei valori e significati sui quali si basa il bene comune per una convivenza degna di persone umane, per una società più giusta, più libera, con la speranza di un futuro di pace e armonia, dove la dignità di ogni persona è considerata il primo bene da riconoscere, sviluppare, tutelare e custodire così come ogni persona è stata creata ad immagine di Dio.
A tutti voi qui presenti e a tutte le donne sparse nel mondo e non solo in Italia ringrazio per la vostra attenzione, per il vostro impegno a favore della dignità della donna. Grazie.

suor Eugenia Bonetti, responsabile dell'Ufficio anti-tratta dell'Usmi (Unione Superiori Maggiori d'Italia), alla manifestazione "Se non ora, quando?"
Roma, 13 febbraio 2011

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