Niente è originale

Antonin Proust, racconta di una domenica ad Argenteuil, lungo la Senna, con il suo amico Manet: «Credo, mi disse, di dover fare un nudo. Ebbene, ne farò uno. Quando lavoravamo all'atelier ho copiato le donne di Giorgione, le donne con i suonatori. È nero quel quadro. Les fonds ont repoussé. Voglio rifarlo, nella trasparenza dell'atmosfera con figure come quelle che vediamo laggiù».
Edouard Manet, Le déjouner sur l'herbe, 1862

Pablo Picasso, nel tentativo di superare il capolavoro di Manet, produsse una quantità industriale di variazioni sul tema. Tutti i disegni e le pitture della serie (1959-1961) furono raccolte in una strenna natilizia della Banca Popolare di Milano.
Pablo Picasso, Le déjeuners, Electa Editrice, settembre 1962


Niente è originale. Ruba da tutto ciò che suscita l'ispirazione o che alimenta la tua immaginazione. Divora vecchi film, nuovi film, musica, libri, dipinti, fotografie, poesie, sogni, conversazioni casuali, architettura, ponti, segnali stradali, alberi, nuvole, distese d'acqua, luce e ombre. Delle cose da cui rubare, prendi solo quelle che parlano direttamente alla tua anima. Se lo fai, il tuo lavoro (e furto) sarà autentico.
L'autenticità è inestimabile; l'originalità non esiste. E non preoccuparti di nascondere il furto, proclamalo se ne hai voglia. In ogni caso, ricorda sempre cosa disse Jean-Luc Godard: “Non è dove prendi le cose – ma dove le porti”.
Jim Jarmusch
Biglietti di fine anno

Con l'approssimarsi del nuovo anno, i grafici si cimentano con il tema degli auguri. Che sia per un committente o per loro stessi, è l'ultimo disegno, l'ultima icona dell'anno, puntuale e necessaria come l'albero o il presepe. Sempre più spesso, per loro rappresenta il momento di buttare dalla finestra un anno andato a male, il tempo sprecato, l'amaro in bocca, i soldi da recuperare, la società che va a rotoli. Rivendicano anch'essi il diritto di dimenticare. Vogliono essere felici. Ma un bel tratto, un buon auspicio valgono per sempre, comunque dovunque e nonostante, sono occasioni di riflessione sul tempo che verrà. Per questo abbiamo deciso di raccoglierli indistintamente qui.
Storie di grafica: N.H. Werkman (2)

Questo lavoro si inserisce all'interno del corso di Progettazione editoriale
del 1° anno specialistica dell'Isia di Urbino. Ogni studente, scelto un grafico del Novecento, ne ha interpretato il pensiero in un sedicesimo.
Attratto dal lavoro di H.N. Werkman, ho progettato un booklet di sedici pagine nel formato 16x24 cm.
Il mio racconto si basa sul meccanismo dell'analogia. H.N. Werkman, grafico poeta olandese, e Aspettando Godot (in francese En attendant Godot, in inglese Waiting for Godot), opera teatrale pubblicata nel 1952 in lingua francese da Samuel Beckett, considerato il padre del teatro dell'assurdo.
Aspettando Godot inscena il dramma che ruota intorno alla condizione dell'attesa. I due protagonisti, Vladimiro ed Estragone, aspettano per tutta la durata dello spettacolo un fantomatico signor Godot che non arriverà mai. Solo un ragazzo inviato dall'impalpabile Godot informa i due vagabondi che il personaggio atteso "oggi non verrà, ma che verrà domani".
Storie di grafica: N.H. Werkman (1)

Della storia del design grafico, N.H. Werkman è sicuramente una delle figure più amate e indagate dalle nuove generazioni. La sua ricerca, riassunta nell'ideale "liberare i caratteri dalla tirannia della scrittura", e la sua tragica fine, venne fucilato dai nazisti a tre giorni dalla liberazione dell'Olanda, sono all'origine di un autentico sentimento di ammirazione per il lavoro e la persona, restituendo l'insegnamento morale di un grande maestro che ha contribuito a formare la coscienza civile della nostra professione.
Müge Hilmaz, Elena Papassissa e Ivan Abbattista, studenti della specialistica all'Isia di Urbino, in momenti e per finalità differenti hanno realizzato due racconti in forma di libri dedicati a Werkman che qui presentiamo non senza aver tracciato prima una breve storia della sua vita.
Due colori

Due colori per quattro ricette: Ciallèdd estiva, Zuppa di legumi, Focaccia bianca e Cavatelli con le cicerchie per celebrare il riconoscimento Unesco della Dieta Mediterranea patrimonio immateriale dell'Umanità.
Dopo l’opera dei pupi siciliana e il canto a tenore sardo, la dieta mediterranea è entrata nella prestigiosa lista dell’Unesco, che raccoglie gli elementi del patrimonio culturale immateriale considerati rappresentativi dell’umanità. Di ispirazione giapponese, il dibattito sull'introduzione delle espressioni culturali immateriali come categoria patrimoniale si sviluppò nel corso degli anni '90, la Convenzione entrò in vigore nel 2006 per preservare le identità culturali locali dalla minaccia della globalizzazione, allargando il significato del concetto di "salvaguardia" con un approccio di tipo antropologico più che umanistico a "le prassi, le rappresentazioni, le espressioni, le conoscenze, le abilità – come pure gli strumenti, gli oggetti, i manufatti e gli spazi culturali associati agli stessi – che le comunità, i gruppi e in alcuni casi gli individui, riconoscono in quanto parte del loro patrimonio culturale. Questo patrimonio culturale immateriale trasmesso di generazione in generazione è costantemente ricreato dalle comunità e dai gruppi in risposta al loro ambiente, alla loro interazione con la natura e alla loro storia e dà loro un senso di identità e di continuità, promuovendo in tal modo il rispetto per la diversità culturale e la creatività umana". (Unesco 2003 art. 2, part.1)
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Stesso amore per il poeta devono aver riposto gli eredi di Vittorio Gambioli, che gli hanno voluto intestare il nome della propria stazione di servizio nella Val d'Agri, dove si trova il più grande giacimento petrolifero italiano su terra ferma.

Spollo, 27 manifesti in arrivo

Berger&Talleri per Chialab
Si sono tenute a Roma venerdì 12 novembre 2010, nel noto quartiere popolare di San Lorenzo, presso lo spazio Cerere, un ex pastificio adibito a location di eventi, la presentazione e la mostra Spollo Project, 27 manifesti in attesa, un progetto voluto da Marcello Coltellini e curato da Lucia Roscini e Zup Associati con il contributo di Fedrigoni. Trentacinque invitati, ventisette progetti di grandi agenzie, piccoli studi e singoli professionisti (da Dublino a Matera) hanno risposto alla provocatoria richiesta del manifesto "in attesa" di stampa, ciascuno con il proprio sguardo e il proprio modo di affrontare la sfida e far emergere le idee in testa, i progetti finiti in fondo al cassetto.
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sx Proposta per il prossimo manifesto per il 2 luglio: redesign del classico cucù di Matera trasformato nel carro della Bruna nel momento dell'assalto. Geppetto, Matera, 2010
dx Confalonieri, Negri, Provinciali, Tovaglia - CNPT (1963-1965). La botte e il violino - Mobili Mim, 1964-1966.
Rivista diretta da Leonardo Sinisgalli. Copertina di Georges Hugnet. Re-photo di Luigi Roberti.
Le applicazioni offset dalla progettazione alla realizzazione dello stampato. Questo il tema di Knowing&Printing, workshop organizzato venerdì 29 ottobre 2010 da Antezza Tipografi presso la propria sede di Matera, giunto alla seconda edizione. Per una giornata l'azienda è diventata luogo di sperimentazione per l'espressione di eccellenze nel mondo della stampa, luogo per poter far cultura sulle arti grafiche e punto di riferimento per i professionisti della comunicazione e per i numerosi studenti di design e giovani grafici provenienti da varie parti d'Italia.
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Finestre sull'Italia. Manifesti italiani dopo il 1990
a cura di Mario Piazza, Flora Bianchessi e Jochen Oor
dal 24 ottobre 2010 al 23 gennaio 2011
Affiche Museum
Grote Oost 2-4
1621 BW Hoorn (Olanda)
L'Italia è il paese del design ed è tradizionalmente una culla europea delle arti applicate. Ha una posizione particolare nel campo delle arti visive, dell'architettura e della moda. Queste discipline sono spesso le più importanti a e più conosciute a livello internazionale, e sono la dimostrazione di una straordinaria e duratura padronanza delle forme e dello stile italiano. Ma questo accade anche con la progettazione grafica attraverso cui possiamo vedere scorci reali di questa ricerca estetica contemporanea. Possiamo intravedere l'immagine dell'Italia d'oggi. Con la grafica si può aprire una finestra che si affaccia sul paesaggio socio-culturale italiano, sugli aspetti della vita di ogni giorno, sulle tradizioni, sulle ricchezze storiche ed artistiche.
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Quante volte ci avete uccisi?
Ci avete trasformati in corpi freddi e rigidi. Cadaveri.
Qui fondiamo la nostra casa.
Sulla vostra mediocrità scaviamo il nostro cimitero di cose belle, per farle rivivere o semplicemente per donare loro morte più dolce. Badilate di byte per seppellirle; o per rivangarle, chissà. Per lottare contro la decomposizione o per putrefare sullo schermo.
Un altro rantolo. L'ennesima battaglia.
Sappiamo di essere sconfitti, ancora una volta.
Anche per questo, combattiamo.