Arte-vita-città, l'estetica di Mimmo Rotella

Mimmo Rotella (Catanzaro 1918 – Milano 2006) già in vita era un artista di fama internazionale, ma poco conosciuto al grande pubblico anche della sua regione. Bisogna attendere anni più recenti per vedere Mimmo Rotella avviare con la Calabria, e con la sua Catanzaro in particolar modo, una collaborazione assidua che lo ha visto più volte tornare per iniziative riguardanti la sua opera, fin quasi alla sua morte avvenuta a Milano l'8 gennaio del 2006.
Il campanaccio di San Mauro Forte

Obbedienti ai comandi del capo squadra che batte per terra un'asta in cima alla quale sono posizionati vari campanelli che segnalano il ritmo da rispettare, che deve avere la stessa tonalità e la stessa cadenza, i partecipanti al corteo prestano attenzione ad emettere un suono cupo, assordante, monotono e ritmico tanto da poter essere paragonato ad un lamento straziante che preannuncia, però, benessere e risveglio. È impressionante la serietà, la compattezza, il rigore, la disciplina di questo esercito che avanza per le vie del paese e che non conosce ostacoli.
Il carnevale di Montescaglioso

Un film di Buñuel del 1958, Nazarin, termina con il protagonista, un prete, che percorre una strada polverosa ed assolata dirigendosi verso la prigione, il fallimento e la morte. Una venditrice ambulante lo vede, ha pietà di lui e gli regala un frutto mentre, in sottofondo, in crescendo, ascoltiamo il suono dei tamburi di Calanda, il paese d'origine del regista, dove, durante la settimana santa, un corteo percorre, all'alba, avvicinandosi lentamente, le strade del paese al suono dei tamburi, rievocando la morte di Cristo.
Ogni volta che arriva il martedì grasso a Montescaglioso non posso fare a meno di pensare a quel film e a quel suono. Sin dalle prime luci dell'alba il suono delle campane agitate vigorosamente dai partecipanti al carnevale rimbomba per tutto il paese. Dapprima in lontananza e poi sempre più vicino e fragoroso. È l'inizio della fine del Carnevale.
Il carnevale di Cirigliano

Il carnevale di Cirigliano, di antichissima tradizione culturale risalente al medioevo, è un rito propiziatorio tra il sacro e il profano collegato ai riti della fertilità e al sopraggiungere della primavera. Si rappresentano le stagioni e i mesi dell'anno esaltando per ognuno di essi le colture e le tradizioni.
Le maschere di Tricarico

Nel Carnevale di Tricarico sfilano personaggi che impersonano tori e vacche. Neri con nastrini rossi i primi, bianche con nastrini colorati le seconde. Inquadrati secondo un ordine rigoroso che si rifà alla mandria in transumanza, il corteo è aperto dal massaro, vestito di pelli, con bastone e fucile, impegnato a mantenere l'ordine nella coloratissima sfilata e ad impedire e controllare le intemperanze dei tori.
W la squola pubblica

Art. 3. Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
Art. 33. L'arte e la scienza sono libere e libero ne è l'insegnamento. La Repubblica detta le norme generali sull'istruzione ed istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi. Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato. [...]
Art. 34. La scuola è aperta a tutti. L'istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita. [...]
Dalla Costituzione della Repubblica Italiana
Mio zio Mario, insegnante elementare prima, direttore e ispettore didattico poi, aveva l’abitudine, ogni volta che aveva la possibilità di stare con me, di farmi domande, anche in latino e in greco, per conoscere il mio grado di apprendimento. Una volta, non ricordo più per quale motivo, pronunciai la parola exodus con l’accento sulla o. Mi fece subito notare che exodus si pronunciava con l’accento sulla e. Gli risposi, con arroganza e prepotenza, che al telegiornale avevano detto proprio exòdus e quindi anch’io mi sentivo autorizzato a pronunciare allo stesso modo. Guardandomi con benevolenza, ma anche con rimprovero perché mi chiedeva di ragionare e di fare tesoro di ciò che avevo imparato a scuola, mi disse: «Sì, però tu hai studiato!»
Paese lucano

Ci sono autori con cui si stabilisce una sorta di patto di sangue, una intesa indissolubile dovuta a origini e a un sentire comuni, a percorsi di ricerca paralleli in spazi temporali differenti ma contigui. Sono persone per le quali si nutre un affetto e un rispetto particolare, è quello per i padri e i maestri e durerà per sempre.
Paese lucano di Leonardo Sinisgalli e Mimmo Castellano fu pubblicato per la prima volta nel 1964 dall’editore Amilcare Pizzi di Milano. Di quel monumentale fotolibro furono stampate 500 copie e diffuse dall’Eni come strenna natalizia.
Quando muore un poeta contadino

È l'ultimo sabato di febbraio. Chi vuole, può scorgervi l'approssimarsi dei colori, dei tepori, dei voli decisi degli uccelli. I fiori del mandorlo non senza dolore rompono gli indugi e si presentano a nuova vita, seguiti dal pero e dal pesco mentre le erbe rinvigoriscono. Il carro del sole di marzo riveste di verde la terra, di fieno e fiori le messi, ma è nel muschio la forza del poeta, / nella resina, nel rosso / dei pettirossi cercanti: quando ascoltante / la forza del poeta è il suo silenzio.1
L'alieno torna a casa

Ottanta candidati alla 3a repubblica. Derattizzatori caustici descilipotizzatori sbarbareschizzati: i nuovi netturbini del paese per il centocinquantenario.
4/20 marzo 2011
Fortino di Sant'Antonio Abate, lungomare Imperatore Augusto, Bari.
Orari mostra: 10,00 / 13,00 – 16,00 / 19,00
Verme

Certe mattine preferiva lo specchio del guardaroba a quello del bagno. Oltre ai peli bianchi sul petto, poteva osservare per intera la propria nudità e il vuoto immenso dello specchio.
A vestizione avvenuta, prestava attenzione particolare alla cravatta, al taglio delle basette a punta, alla rasatura, alla camicia, alle calze e a tutto il resto. Un dirigente esemplare, perfetto, diceva a se stesso mentre abbozzava dei sorrisi, gli stessi che avrebbe dedicato ai superiori durante la giornata.
Vestiva con eleganza e ricercatezza, non come certi colleghi in camicia o in orride felpe a mezze maniche e logori jeans. Nello specchio si esercitava più volte con i sorrisi. Non poteva sorridere in modo sguaiato aprendo per intera la bocca: aveva i premolari divorati dalla carie. I denti non se li curava. Dei dentisti aveva terrore, li odiava.