Avanti popolo

Progetti/ Confronti/ Incontri
34 designer interpretano il PCI
Roma
14 gennaio / 6 febbraio 2011
Casa dell'Architettura
A cura di Bruno Magno e Stefano Rovai
Trentaquattro designer italiani interpretano in termini grafici e visivi l’idea del Partito Comunista Italiano oggi. Trentaquattro autori che si distinguono, oltre che per l’ovvia soggettività di ciascuno, anche per dati anagrafici: due generazioni a confronto su un tema di forte rilievo storico, politico e sociale per il nostro paese.
Aggiungi commento | Stampa | Invia per e-mail | Condividi su FacebookLa storia siamo noi

Stefano Faoro*
Si inaugura domani, 14 gennario, e rimarrà aperta fino al 7 febbraio, alla Casa dell’Architettura di Roma, "Avanti popolo. Il PCI nella storia d'Italia", 70 anni di storia del nostro Paese raccontati attraverso documenti originali esposti nelle bacheche o digitalizzati, le vignette di Staino e Altan, filmati d'archivio e il film di Mimmo Calopresti "Anch'io ero comunista", immagini e interviste a registi, appassionati e sceneggiatori. All'interno della mostra, una sezione dedicata alla grafica e curata da Bruno Magno e Stefano Rovai dal titolo "Progetti/ Confronti/ Incontri. 34 designer interpretano il PCI". Trentaquattro grafici interpretano la propria idea del Partito Comunista Italiano con una formula singolare: ciascuno dei diciassette senior designer, oltre a tradurre visivamente il proprio modo di essersi rapportato, in maniera diretta o indiretta, con il Partito, ripercorrendone valori, significati, illusioni o disillusioni ad esso legati, ha selezionato un giovane progettista grafico, nato all'incirca nel momento in cui il partito si è sciolto, invitandolo a confrontarsi con lo stesso tema e con lo stesso mezzo, il manifesto 70x100 cm.
Aggiungi commento | Stampa | Invia per e-mail | Condividi su FacebookStorie dell'emigrazione

Scagli la prima pietra chi non ha mai avuto macchie d’emigrazione che gli imbrattassero l’albero genealogico…
Proprio come nella favola del lupo cattivo che accusava l’innocente agnellino di intorbidargli l’acqua del ruscello a cui si abbeveravano entrambi, se non sei emigrato tu, è emigrato tuo padre, e se tuo padre non ha dovuto cambiare posto è perché tuo nonno, prima di lui, non poté far altro che andarsene, con armi e bagagli, in cerca di quel pane che la sua terra gli negava.
Aggiungi commento | Stampa | Invia per e-mail | Condividi su FacebookCibo o giocattoli?

e Anita Ekberg all'Eine Festival Italienischer Kultur und Lebensart,
19 giugno – 6 luglio 2003.
Nella celebre Inchiesta Jacini, prima ricognizione nell'Italia agricola postunitaria (1877–1885), il signor Giuseppe Morabito, relatore per il circondario di Monteleone (oggi Vibo Valentia), segnalava che con la pasta filata "si fanno dei cacio-cavalli di varie forme... degli scherzi per bambini come i cavallucci (da cui forse il nome di caciocavallo), delle trecce etc."
Aggiungi commento | Stampa | Invia per e-mail | Condividi su FacebookAttenti al futuro
Aggiungi commento | Stampa | Invia per e-mail | Condividi su FacebookLa notte dei cucibocca



Tremate tremate son finite le abbuffate.
Il cinque gennaio, dalla civiltà agropastorale della Murgia Materana, la sera che precede l'Epifania si svolge una festa dedicata ai bambini. Le origini e le motivazioni si perdono nella notte dei tempi.
Misteriose figure vestite di scuro, mantelli o vecchi cappotti, con in testa un cappellaccio o un disco di canapa da frantoio, il viso incorniciato da folte barbe bianche. Al piede una catena spezzata che striscia sul selciato con un rumore sordo.
Niente è originale

Antonin Proust, racconta di una domenica ad Argenteuil, lungo la Senna, con il suo amico Manet: «Credo, mi disse, di dover fare un nudo. Ebbene, ne farò uno. Quando lavoravamo all'atelier ho copiato le donne di Giorgione, le donne con i suonatori. È nero quel quadro. Les fonds ont repoussé. Voglio rifarlo, nella trasparenza dell'atmosfera con figure come quelle che vediamo laggiù».
Edouard Manet, Le déjouner sur l'herbe, 1862

Pablo Picasso, nel tentativo di superare il capolavoro di Manet, produsse una quantità industriale di variazioni sul tema. Tutti i disegni e le pitture della serie (1959-1961) furono raccolte in una strenna natilizia della Banca Popolare di Milano.
Pablo Picasso, Le déjeuners, Electa Editrice, settembre 1962


Niente è originale. Ruba da tutto ciò che suscita l'ispirazione o che alimenta la tua immaginazione. Divora vecchi film, nuovi film, musica, libri, dipinti, fotografie, poesie, sogni, conversazioni casuali, architettura, ponti, segnali stradali, alberi, nuvole, distese d'acqua, luce e ombre. Delle cose da cui rubare, prendi solo quelle che parlano direttamente alla tua anima. Se lo fai, il tuo lavoro (e furto) sarà autentico.
L'autenticità è inestimabile; l'originalità non esiste. E non preoccuparti di nascondere il furto, proclamalo se ne hai voglia. In ogni caso, ricorda sempre cosa disse Jean-Luc Godard: “Non è dove prendi le cose – ma dove le porti”.
Jim Jarmusch
Natale in casa Cupiello

LUCA (calmandolo) Ma insomma, nun he' capito ca chillo te sfruculea? (A Vittorio) E fanno sempre chesto, 'e vvedite?... Però si vogliono bene... Fanno queste cose, ma il fondo è buono. Eh... ci abbiamo sempre tenuto alla famiglia. Ogni festa, ogni Natale ci facciamo i regalucci... E a mia moglie non ho mai mancato di comprarle qualche cosa quando sono queste sante giornate... L'anno passato le spegnorai l'orecchino... Essa che piacere che n'ebbe! E pure quest'anno... Ho pegnorato l'orecchino e l'ho comprato... (A Nennillo) Vide si avess' 'a veni' màmmeta. (Nennillo va ad origliare a sinistra. Luca, misterioso e sorridente) ...Ho comprato una cosetta...
PASQUALINO E io pure. 'A tengo dinto. Sapete... io sto in casa, donna Concetta mi accudisce...
LUCA (a Pasqualino) Va', Pasca'. Va', piglia chillo cartoccio che sta sott' 'o lietto... (Pasqualino esce per il fondo). Sono sciocchezze, ma quella ne ha tanto piacere... Si nota il pensiero... Ogni anno... come si dice?...
VITTORIO Certo.